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Le resine sintetiche bi-componenti hanno, sia nell’industria che nell’artigianato, numerosi campi di applicazione.
La miscelazione dei due componenti genera la reticolazione e di conseguenza l’indurimento dell’impasto.
Per un corretto utilizzo di qualsiasi tipo di resina è opportuno seguire scrupolosamente le seguenti indicazioni:
ogni resina ha una rapporto di miscelazione col proprio catalizzatore ben preciso che viene sempre indicato in etichetta o sulla scheda tecnica. E’ importantissimo rispettare con la massima precisione questi dosaggi ricordando che, salvo quando diversamente indicato, i rapporti si intendono in peso e non in volume. Le quantità di miscelazione fra la resina (componente A) e il catalizzatore (componente B) solitamente sono indicate come un rapporto (2:1) dosare due parti di componente A e una di componente B (sempre in peso). In altri casi il rapporto può essere indicato come proporzione su 100 parti (85:15) dosare 85 parti di componente A e 15 parti di componente B o eventualmente loro multipli (255 grammi di A e 45 grammi di B rispetta il rapporto 85:15). In altri casi ancora può essere espressa in percentuale solo la quantità di catalizzatore da aggiungere al componente A (aggiungere il 3% di catalizzatore). Se occorrono 250 grammi di resina (componente A) si dovranno aggiungere 7,65 grammi di componente B.
una volta uniti i due componenti in contenitori perfettamente puliti, si dovrà procedere alla miscelazione secondo le modalità indicate nella scheda tecnica del prodotto (esempio: miscelazione con asticella manuale, con trapano, con frusta a basso numero di giri, ecc.). In ogni caso occorre sempre accertarsi che la miscelazione sia il più omogenea possibile pena il mancato o parziale indurimento del composto.
TEMPERATURE: il controllo della temperatura di utilizzo è fondamentale per ottenere un buon risultato. Ogni resina, infatti, ha un intervallo di temperatura ottimale per il suo utilizzo e tale intervallo generalmente è compreso fra +5°C e +30°C, salvo alcune resine con caratteristiche particolari che possono avere intervalli di lavorazione diversi. Se la lavorazione viene eseguita fuori dagli intervalli indicati si può incorrere in problematiche spiacevoli come, ad esempio, il mancato indurimento del prodotto (se utilizzate a temperature troppo basse) o, al contrario, il repentino indurimento (con utilizzo a temperature eccessivamente elevate) con conseguente ebollizione del composto, variazioni dimensionali, difetti superficiali, ingiallimento e annerimento. Bisogna altresì tenere presente che, pur rispettando gli intervalli indicati in scheda, il comportamento della resina a 10°C è molto diverso da quello a 28°C: generalmente con l’innalzarsi della temperatura aumenta la velocità di indurimento e diminuisce il tempo di lavorabilità una resina che a 20 ° C impiega 12 ore per indurire potrebbe impiegarne oltre 36 se applicata a 10 °C e solo 4 se applicata a 28°C.
indicato nelle schede anche come POT-LIFE, è il tempo per il quale una certa quantità di resina, ad una certa temperatura, resta lavorabile prima di indurirsi. Se, ad esempio, il pot-life di 200 grammi di resina a 20°C è 30 minuti, significa che questa quantità di resina alla temperatura indicata si mantiene lavorabile per 30 minuti, trascorsi i quali gradatamente inizia ad indurire.
indica il tempo trascorso il quale la resina risulta completamente indurita. Si consideri che i composti in resina artificiale raggiungono la loro massima resistenza molto tempo dopo il semplice indurimento indicato in scheda tecnica (esempio 24 ore) e generalmente dopo 5-8 giorni. Di conseguenza si raccomanda di non sottoporre le resine a sollecitazioni meccaniche o chimiche eccessive nei primi giorni dopo la realizzazione.
Buon lavoro!