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Il degrado biologico del legno in opera è dovuto all’azione di vari organismi, funghi ed insetti.
Fattori determinanti sono la durabilità delle diverse specie legnose e delle rispettive parti anatomiche, le condizioni di esercizio e ambientali (temperatura, U. R.).
In tutte le specie di legno l’alburno non è durabile, mentre il durame mostra una certa resistenza.
I danni provocano sostanzialmente una diminuzione più o meno significativa delle caratteristiche meccaniche.
Gli insetti che si insediano nel legno possono utilizzarlo come fonte di nutrimento, e per questo sono detti xilofagi, ma anche solo come rifugio o per la deposizione delle uova. Alcuni infestano il legno in foresta e completano il loro lungo ciclo vitale quando è già in opera.
Le specie presenti nei manufatti lignei appartengono ad alcune famiglie di Coleotteri detti del “legno secco”, Isotteri (Termiti) e Imenotteri.
I Coleotteri sono insetti a metamorfosi completa il cui ciclo vitale comprende i quattro stadi uovo, larva, pupa e insetto perfetto. Le uova vengono deposte nelle fessure e nelle scabrosità superficiali del legno: le larve, che si nutrono di cellulosa, emicellulosa, zuccheri, amido, sostanze azotate e sali minerali, iniziano subito la perforazione, scegliendo preferibilmente la zona di accrescimento primaverile degli anelli.
Le gallerie si sviluppano lungo la fibratura del legno, con un diametro variabile da 1,5 a 10 mm, e generalmente sono stipate di materiale di rifiuto, il rosume. In genere formano un fitto intreccio non visibile dall’esterno con una consistente perdita di materiale e di prestazioni meccaniche del manufatto. Dopo uno o più anni la larva si trasforma in insetto adulto che nel periodo primaverile-estivo esce all’esterno, lasciando sulla superficie del legno il cosiddetto “foro di sfarfallamento” di forma e dimensioni caratteristiche per ogni specie.
Gli insetti muoiono nel giro di poche settimane, ma le femmine possono ritornare sui manufatti precedentemente abbandonati per deporre le uova.
Appartengono a questo ordine Anobiidi e Lictidi, volgarmente detti tarli e tarli bruni, responsabili del degrado di vari elementi costruttivi nonché di mobili, sculture e altri oggetti in legno. Essi trovano nell’elevata umidità e nelle temperature non troppo basse le condizioni favorevoli per il loro sviluppo.
Gli Anobiidi sono largamente i più diffusi; attaccano preferibilmente il legno già abbattuto o già in opera coinvolgendo per lo più l’alburno. Prediligono il legno di noce, di ciliegio e altri alberi da frutto. Le larve sono bianche di forma arcuata, le gallerie hanno diametro di 1-2 mm, con rosume granuloso poco compatto in cui si notano gli escrementi in fogliette ellissoidali. L’adulto sfarfalla, nel periodo tra maggio e luglio, aprendo un caratteristico foro tondo di 1,5-3 mm di diametro. L’insetto è piccolo (3-9 mm) di colore brunastro, forma cilindrica, con una leggera pubescenza. Negli ambienti riscaldati compiono fino a due generazioni l’anno.
Gli Anobiidi attaccano anche legni molto antichi che, in genere, non perdono mai completamente la loro resistenza.
Nella famiglia degli Anobiidi troviamo la specie Xestobium Rufovillosum; i maschi segnalano la loro presenza battendo il capo contro il legno, il cosiddetto "orologio della morte".
I Lictidi causano fori con diametro di circa 1 mm, attaccano preferibilmente le latifoglie a legno tenero, nonché l’alburno di quelle dure. Se l’infestazione è massiccia le strutture vengono ridotte in polvere finissima. Attaccano anche manufatti mobili, in particolare le tavole dipinte.
Un’altra famiglia appartenente al gruppo dei Coleotteri è rappresentata dai Cerambicidi, il cui rappresentante più noto è il capricorno delle case (Hylotrupes Bajulus). Questo insetto di grandi dimensioni (17-25 mm), con livrea nera, è certamente il più pericoloso distruttore di legnami da costruzione usati in Italia e nonostante siano stati evidenziati attacchi su legni di pioppo, salice, castagno, acero e quercia, la sua azione si esplica soprattutto su legno di conifere in opera.
Pratica fori da 10 a 20 mm di diametro a sezione ovale e margine sfrangiato. La larva è bianca e cilindrica e il ciclo biologico da 3-4 anni può arrivare a 10 in condizioni particolari; per questo motivo i danni sono sempre gravi ed estesi. Le gallerie di scavo prodotte dal loro attacco interessano in un primo tempo la zona primaverile degli anelli e successivamente assumono un andamento prevalentemente longitudinale. Nelle travi, poiché di solito sono interessate le fibre esterne, l’effetto si traduce in una riduzione delle parti di sezione che risultano più sollecitate. In alcuni casi (abeti e legni a durame indifferenziato) le gallerie possono interessare tutta la sezione del trave e attraversarlo in direzione trasversale, con gravi rischi per la sua tenuta. Dopo 40-50 anni dalla messa in opera i loro attacchi diminuiscono di intensità; il rosume residuo ove presente assume un colore giallo-bruno.
Le Termiti (formiche bianche) sono insetti sociali che vivono in colonie composte da qualche migliaio fino a circa 2 milioni di individui, con un’organizzazione gerarchica e ruoli precisi (re e regina, operai, soldati).
In Italia, soprattutto nelle regioni a clima temperato, sono presenti le Termiti sotterranee (Reticulitermes lucifugus) e le Termiti del legno secco (Kalotermes flavicollis, Cryptotermes brevis). Le prime nidificano nel terreno anche a distanza notevole dal manufatto, raggiungono il legno scavando o costruendo cunicoli terrosi anche esterni, qui si nutrono e poi ritornano al nido; le altre si insediano e rimangono all’interno del legno. La devastazione messa in atto dalle termiti è imputabile alle termiti operaie.
Caratteristica di questi insetti è di essere "lucifughi", vale a dire di rifuggire sempre alla luce; proprio per questa caratteristica le termiti sono estremamente pericolose per tutte le opere in legno in quanto dall’esterno dell’elemento non è possibile rilevarne direttamente la presenza. Il cedimento delle membrature aggredite avviene dunque senza alcun preavviso, quando l’infestazione è già in atto da qualche tempo; i manufatti vengono cioè “svuotati dall’interno”, lasciando integro solo un sottile strato superficiale. Le gallerie di aspetto terroso sui muri e sul legno stesso possono essere l’unico indizio della loro presenza.
Si insediano nel legno anche alcuni Imenotteri.
La “vespa del legno” (Urocerus Gigas, 30 mm) con livrea a fasce gialle e nere, infesta il legno in foresta, ma lo sfarfallamento, che avviene dopo 3 anni, può avvenire nel legno già in opera. I fori sono tondi con diametro di 6-8 mm. I danni sono minori in quanto l’insetto non depone le uova nel legno secco.
E’ possibile trovare su conifere o latifoglie attaccate dai funghi, tipicamente sulle travi aggettanti all’esterno delle murature, l’ape Xylocopa violacea (20-30 mm) di colore nero lucente con ali blu violacee. Scava gallerie di 12-15mm di diametro con fori tondi per circa 10 cm di profondità per deporre le uova, ma non è xilofaga. Può tornare più volte sullo stesso manufatto per cui i danni sono consistenti.
La Camponotus ligniperda è una formica di grandi dimensioni (operaie 7-14 mm, femmine fino a 18 mm, maschi 9-12 mm). E’ un insetto eusociale con divisione in caste. Vive generalmente nelle foreste, in zone più umide ed attacca tronchi morti e ceppaie; talvolta anche alberi viventi, in particolare le conifere.
Il nido è installato nel legno ed è ricco di camere e gallerie. I riproduttori sciamano all’inizio di giugno, nelle ore preserali. La femmina fondatrice opera da sola. Possono attaccare anche fabbricati in legno di cui rodono le fondamenta.
Nella valutazione del degrado prodotto da insetti è bene non limitarsi alla identificazione delle specie xilofaghe presenti, ma tenere presente le residue caratteristiche strutturali del legno.
Alcune specie di batteri possono essere responsabili del degrado dl legno. Ad esempio lo Pseudomonas e l’Achromobacter possono degradare i componenti chimici del legno, provocando erosioni e formazioni di cavità, alterando in tal modo la permeabilità e stimolando, al tempo stesso, la colonizzazione di altri microrganismi deteriogeni.
La presenza di Actinomiceti, il cui rappresentante più comune è Micromonospora, è riscontrabile soprattutto dove sussiste una contaminazione dei manufatti lignei con il terreno.
Generalmente sul manufatto colonizza prima una specie batterica che funge da substrato alle successive colonie più complesse, come funghi e licheni.
Quando il legno raggiunge e supera un’umidità del 20%, a seguito ad esempio di infiltrazioni di acqua piovana, può essere soggetto all’attacco dei funghi, i quali possono svilupparsi sia sulla superficie sia all’interno delle strutture. I danni maggiori sono provocati dai Basidiomiceti.
A seguito della germinazione delle spore fungine, favorita dalla possibilità di essere trasportate attraverso l’aria e quindi depositate su qualsiasi superficie, nonché in presenza di particolari condizioni di temperatura e di umidità, si verifica un cambiamento della colorazione del legno. Questo è il primo indizio dell’attacco da parte del fungo, che procede poi con lesioni e alterazioni profonde della struttura. In questa fase, detta vegetativa, il micelio si sviluppa in forma di filamenti sottili (5-10μm), le ife (fig12), che provocando un degrado enzimatico di cellulosa, emicellulosa e lignina.
La degradazione detta carie si differenzia a seconda delle modalità e della natura dei costituenti.
-Carie bianca detta anche marciume bianco: vengono degradati tutti i componenti della parete cellulare del legno: cellulosa, emicellulosa e lignina. Si determina in tal modo una rapida decolorazione e perdita di peso del legno, che diventa biancastro, fibroso e fragile.
-Carie bruna detta anche marciume bruno: più grave per intensità ed estensione del degrado, in particolare nel caso della Serpula lacrymans (fig13). Questo fungo ha infatti una notevole capacità di adattamento (Umidità 20%; Temp. 8°-26° C), attacca conifere e, secondariamente, latifoglie. Vengono degradate soltanto la cellulosa ed emicellulosa, mentre la lignina non subisce significative modificazioni; il legno diviene bruno con fessurazioni cubiche (carie cubica o a cubetti.
-Carie soffice detta anche marciume molle: questo tipo di degrado avviene ad opera di alcune specie fungine appartenenti agli Ascomiceti e ai Deuteromiceti. Porta alla formazione di parti molli nel tessuto ligneo e alla sua riduzione di peso. L’attacco fungino determina la degradazione enzimatica sia della cellulosa sia della lignina. Quest’ultima, liberata dalle altri componenti cellulari, si trasforma in una massa scura, amorfa e decomposta.
A differenza della carie bianca e della carie nera, che si manifestano solo in determinate condizioni (umidità relativa elevata, contatto con il suolo, scarsa ventilazione), la carie soffice si sviluppa con notevole frequenza sulle superfici lignee soprattutto in condizioni di umidità costante e a contato con il suolo (ambienti sotterranei, siti archeologici, ambienti marini).
Il legno degradato a seguito di un attacco fungino può perdere del tutto la sua capacità portante. È dunque opportuno conoscere la specie legnosa e il contenuto di lignina (l’effetto del biodegrado è inversamente proporzionale al contenuto di lignina) e individuare il tipo di attacco analizzandone anche estensione e gravità. Inoltre, poiché risulta impossibile eliminare dall’aria le spore fungine, è necessario controllare l’umidità nel legno (che non dovrebbe essere superare il 12%) in modo da evitare la germinazione delle spore e l’estendersi del micelio e procedere all’utilizzo di antisettici specifici.
Età del legno/valore nutritivo
In generale con il tempo diminuisce il valore nutritivo del legno; anche con la stagionatura naturale rispetto a quella artificiale. Nel caso di insetti come il Capricorno delle case, le cui larve non possiedono nel loro intestino gli organismi simbionti necessari, i legni troppo vecchi non vengono più attaccati; diversamente gli Anobiidi ospitano molti batteri in grado di fornire le sostanze necessarie, per cui attaccano legno di ogni età, anche i più antichi.
Umidità
E’ uno dei fattori più importanti; può essere dovuta ad infiltrazioni, al contatto con strutture murarie umide o alla condensa, che si manifesta frequentemente nei punti di connessione tra materiali con diversa capacità termica (legno-metallo).
Mentre tra il 7e 15% di MC (umidità del legno) sarà più probabile l’insediamento degli insetti, per i funghi sono necessari valori di umidità piuttosto alti (>20%), per lo più dovuti a cause accidentali (infiltrazioni di acqua). La presenza di funghi inoltre costituisce elemento di richiamo per gli Anobiidi.
Ventilazione
L’assenza o la carenza di ricambio d’aria favorisce l’accumulo di umidità.
Temperatura
Gli insetti del legno hanno generalmente una maggiore attività e cicli più frequenti a temperature più elevate; l’aumento repentino di temperatura può favorire l’essiccamento spinto del legno attraendo il Cerambicide Stromatium fulvum, mentre le escursioni possono agevolare il fenomeno della condensa.